Thoth, Ermete, Hermes… Amalgama e ponte

Hermes

Hermes Ermete

Hermes, Thoth, Ermete
amalgama e ponte.


Il nome ‘Ermete Trismegisto’ è riferito ad un ipotetico autore di testi di natura molto varia e dedicati a temi che vanno dalle pratiche magiche e astrologiche alle speculazioni filosofiche e teologiche.
Si tratta di testi redatti originariamente in lingua greca nel  periodo ellenistico, ma con varie manipolazioni di epoca egiziana antica: tendono a divulgare la  sapienza di quella civiltà, orientata alla magia, alla religione o alla filosofia. A tali documenti ci si riferisce genericamente con l’espressione ‘scritti ermetici’.
L’aggettivo “trismegisto” è riferito alla triplice natura di Ermete  : Dio, Re e Filosofo.
L’entità  Ermete Trismegisto è una sintesi del dio greco Hermes e dell’egiziano Thoth.
Platone, in due diversi testi, ci parla di loro: Hermes è: “dio interprete, messaggero, ladro, ingannevole nei discorsi e pratico degli affari, in quanto esperto nell’uso della parola; suo figlio è il logos”
Di Thoth dice:”Ho sentito dire che Naukratis, in Egitto, era sede di uno degli antichi dei di quel paese, quello il cui uccello sacro è l’ibis e che si chiama Theuth. Fu lui a inventare i numeri, l’aritmetica, la geometria e l’astronomia, e anche il gioco delle pedine e quello dei dadi, ma soprattutto la scrittura”.
Dati i caratteri delle due divinità è quasi logica la loro evoluzione in un’unica entità, che radunava in se le aspettative di approfondimento che  gli appartenenti a scuole misterico-esoteriche perseguivano. §Senza  scendere in ulteriori dettagli storici , la cosa che mi preme ricordare è il carattere particolare che la figura di Ermete rappresenta: un mediatore tra sapienza Divina e ricettività umana. Non solo:  con l’Altro aggettivo “Psicopompo” egli viene ad essere anche il traghettatore di anime, o meglio la guida delle anime dei defunti verso un’altra dimensione, un po’ come Virgilio per Dante.
Siamo di fronte dunque ad una figura che da un lato accomuna divinità di diversa origine e dall’altro si pone come uomo, se pur depositario di conoscenze assolute,  prossime al divino, in coerenza con il ruolo originario di Hermes mediatore e portavoce tra dei e uomini.
Non è un caso che una versione ulteriormente “Umanizzata” di Ermete sia stata considerata dagli alchimisti di ogni epoca come “origine” della raffinazione della materia naturale, intesa in senso speculativo ed interpretabile come metafora  simile alla “ pietra occulta da rettificare” della tradizione massonica, mediante l’applicazione di principi esoterici allo studio della natura (materia) e del divino (energia).Il Trismegisto è quindi una sintesi Metaforica, un ponte tra la rozza conoscenza del profano e quella raffinata e sempre in evoluzione dell’iniziato in cerca della luce.
Il pensiero si evolve attraverso un lavoro costante di sperimentazione, grazie a strumenti di conoscenza propri delle scuole misteriche, il traguardo della luce assoluta, dell’amalgama tra il nostro personale universo e il tutto, è raggiungibile attraverso la capacità di intravedere ciò che sfugge ai non iniziati, come  le evidenze naturali che si celano agli occhi di chi non ha strumenti  sufficienti per percepirle, o ancora come  l’energia silenziosa che trasmette il senso dell’universo e che solo con un esercizio di distillazione  costante si puo’ comprendere e sentire come parte di noi stessi.

Fabio Cappellini

Crisopea , significato alchemico

Crisopea:

Termine alchemico, sinonimo di Pietra Filosofale. La C. viene ottenuta dalla lenta cottura nell’Uovo Filosofico o Matraccio del miscuglio e della distruzione reciproca dei due componenti (Oro ed Argento dei Saggi), distruzione possibile attraverso il loro mescolarsi e confondersi insieme, in modo che “da due cose se ne formi UNA sola”. Questi nove principi degli alchimisti corrispondono alle nove entità metafisiche (i nove Sephiroth cabalistici, i nove Coregi angelici ed i nove Eoni gnostici), loro manifestazioni quindi nel seno della Materia. così come lo Spirito universale ed il G.A.D.U. massonico sono praticamente la stessa cosa. Su tale identità i Massoni alchimisti del XVII secolo non avevano dubbio alcuno. Per dissipare ulteriori dubbi su tale identità, citiamo ciò che dice la “Logia Agrafa”: “Solleva le Pietre e tu Mi troverai”. “Spacca il legno, perché Io vi sono dentro”. Sono parole del Cristo, riportate nei “Papiri di Oxirinque” scoperti nel XIX secolo e riportati da Daniele Rops nella sua opera “Jesus en son Temps“. Mentre l’Apostolo Paolo, negli Ebrei XI, 10 scrive: “Il Dio Supremo è l’Architetto ed il Fondatore”. A detta degli studiosi di alchimia, se queste nove potenzialità operano e condizionano la Materia inanimata, non si può certo escludere che potrebbero fare lo stesso nel mondo dello Spirito, che non è altro che la Materia stessa nel suo aspetto più sottile.

La costituzione dell uomo

La costituzione dell’uomo                                                                   Fabio Cappellini

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Uno dei Tarocchi Visconti

E’ proprio dei  tempi in cui viviamo, il poter disporre di una massa enorme (spesso  inestricabile) di informazioni e teorie, a volte in netto contrasto tra di loro; mondi sofisticati di teoremi e parole, sempre più specialistiche, sempre più figlie di una cultura specifica, impossibile un omogenea visione delle cose, sia di quelle dello spirito sia di quelle scientifiche, rigorosamente separate ed in netta antitesi.

E in questo panorama di discipline, le più varie, tanto più numerose quanto sempre meno interconnesse, l’uomo e’ di volta in volta un elemento particolare di quel settore e la materia di cui è costituito è per lo più una teoria scientifica ed economica separata dal resto, la ricerca e’ vincolata alla credibilità, non alla verità, alla razionalità e non all’evidenza naturale.

Nella visione attuale e profana della vita, l’uomo ha peso maggiore se il rumore che  provoca diviene sempre più assordante,  l’illusione della conoscenza data dall’avere a disposizione una marea infinita di nozioni e informazioni crea una ignoranza ancora più disarmante.

Eppure l’essenza universale di cui anche noi siamo parte si ascolta nel silenzio, si trova nella concentrazione, nello studio di simboli che ci parlano di noi stessi e dell’armonia in cui ci veniamo a trovare, se riusciamo ad immaginarci come parte di quell’energia universale: un unico elemento, spinta e fine ultimo.

Siamo un amalgama di energia e materia, in equilibrio sul pavimento a scacchiera che rappresenta il dualismo:  gli opposti inaspettatamente si sostengono a vicenda proprio grazie alle differenze che composte in un tutto, creano un solido terreno, la base su cui ci si muove tanto più armoniosamente quanto meno ci si distrae dalla strada dell’equilibrio virtuoso.

Gli schemi semplici e allo stesso tempo compiuti dei simboli, le metafore iniziatiche, il silenzio della meditazione, ci aiutano a intravedere la luce  e quella luce e’ energia soffiata dentro di noi, in  ogni altra cosa e quindi fuori da ogni cosa. autore fabio cappellini

Nazim Hikmet, uno dei più grandi poeti del “900 ha scritto:

“…. Finito, dirà un giorno madre Natura

          finito di ridere e di piangere

          e sarà ancora la vita immensa

          che non vede, non parla, non pensa.”

Quella vita immensa e’ il soffio divino, il verbo, l’energia, lo spirito che con i ritmi armoniosi della geometria presiede e testimonia la creazione.

Fabio Cappellini